The ride

Quando: dal 26 aprile al 12 maggio 2024

Quanto tempo: 17 giorni

Da: Lugano (Svizzera) o da dove vuoi!

Km: 9’230km per andata e ritorno

Paesi: 14 – Svizzera, Italia, Francia, Monaco, Spagna, Andorra, Portogallo, Gibilterra, Jersey, Guernsey, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania

Capitali europee: 10

Il punto più meridionale dell’Europa: Tarifa – Spagna

Il punto più occidentale dell’Europa: Cabo la Roca – Portogallo

Circuiti F1 e/o MotoGp lungo il percorso: Circuito F1 Montecarlo (Monaco), Circuito Jerez de la Frontera (Spagna), Circuito Internazionale Algarve – Portimão (Portogallo), Circuito Zandvoort (Paesi Bassi), Circuito di Spa-Francorchamps (Belgio)

Traghetti: 3

Punti di interesse mozzafiato: innumerevoli

Bagger's Life Ride to Western Europe - Coastal road

Intro

Quando si decide di iniziare un giro di oltre 9’200km con destinazione il punto più occidentale d’Europa, significa mettere in conto imprevisti, condizioni meteorologiche sfavorevoli (ha piovuto, nevicato, ecc. ecc.), tappe anche molto lunghe (la più lunga 1 ‘100km in 1 giorno), sveglia alle 3, stanchezza e dolori.

Ma ci interessa davvero? NO! Per me è stata proprio la parte indimenticabile e memorabile che mi aspettavo di vivere che mi ha spinto a pianificare, lasciare e rispettare il programma che avevo preparato fin dal primo momento in cui, a dicembre, ho guardato la mappa dell’Europa e ho detto a me stesso “voglio andarci”.

Il giro

La via verso Ovest

Bagger's Life Ride to Western Europe - Coastal road
Bagger's Life Ride to Western Europe - Coastal road

La via verso Est

La via verso Est

Bagger's Life Ride to Western Europe - Coastal road

Il mio diario di bordo

Cos’hai fatto nelle ultime 2 settimane?” “Niente di che… sono solo salito in moto ed ho attraversato 14 paesi, 2 isole nella Manica, visitato 10 capitali, non so quanti tra città, strade, passi, circuiti, luoghi e posti incredibili – percorrendo quasi 9’500km”.

È (quasi) in questo modo che ho risposto ai miei colleghi ed amici quando, rientrato in patria, mi hanno chiesto dove fossi finito.

Dopo qualche mese di pianificazione ed aver accolto per la prima volta un mio follower a farmi compagnia per un giro per l’Europa sono partito per questa nuova avventura. Dopo aver conosciuto solo la sera prima il mio compagno di avventura, sono partito con Pawel – ragazzo polacco che vive a Zurigo da una decina di anni – che mi ha fatto compagnia fino in Algarve, a Sagres, dove ha deciso di prendersela un po’ più comoda per poter visitare con più calma luoghi in cui lui non era mai stato.

Perché quest’anno ho scelto l’Europa dell’Ovest? Forse la scelta mi è stata più semplice di quanto pensassi perché dopo l’Italia (2021), Capo Nord (2022) e l’Europa dell’Est (2023) potevo solo più andare sia più a Sud che più ad Ovest ed in queste 2 settimane sono riuscito a raggiungere questi 2 estremi della mappa Europea. Anche grazie a questo posso dire di aver visitato 106 paesi nel mondo, di aver visitato tutti i paesi europei (46) e di averne percorso le strade di ben 38 con il mio Road Glide.

Le sveglie ben prima dell’alba e le tappe lunghe (la media quest’anno è stata di 659km al giorno, con un massimo, da Bilbao a Mont-Saint-Michel, di 1’169km) non sono mai state un problema, ma non mi sarei aspettato di trovare, per i primi 10 giorni, (tanta) pioggia, neve, nebbia, vento e freddo. In pratica in Svizzera, Italia, Francia, Monaco, Andorra, Spagna, Gibilterra, Portogallo – sia a sud  che a Nord – ho trovato un meteo ben poco invidiabile, per poi trovare inspiegabilmente sole e caldo a partire dalle isole della Manica – Jersey e Guernsey – in Normandia, Belgio, Olanda, Francia, Lussemburgo e Germania. Forse ha ragione Greta, non è più il meteo di una volta.

La tempesta di neve sui Pirenei entrando in Andorra è stata la ciliegina sulla torta.

La frase che sento spesso è “Sei sempre in moto! Così non hai tempo per visitare niente!”. È sicuramente vero che ho passato tante, tantissime, ore sulla moto ogni giorno, ma le mie giornate iniziano molto presto. La sveglia è spesso (o al più tardi) alle 4 o alle 5 del mattino e questo mi permette diverse cose che ritengo fondamentali: non essere nel traffico per le prime ore, poter visitare luoghi inaccessibili in moto durante il giorno – come Sentenil de la Bodegas in Andalusia – e di arrivare a destinazione nel primo pomeriggio così da poter visitare la città prima e dopo cena.

Ci sono destinazioni di questo viaggio che sono sempre state nella mia TO-DO list di luoghi da vedere, altri non lo erano e mi hanno incredibilmente stupito tanto da farmi dire “ci tornerò presto” come l’Algarve, la Normandia e le isole nella Manica che sono state una piacevole quanto inaspettata scoperta.

Durante la pianificazione del viaggio tutti mi dicevano “Vuoi davvero prendere 3 traghetti per andare in 2 isole minuscole dove c’è niente? Perché invece non vai da qualche altra parte?” Inizialmente è stato difficile controbattere a queste affermazioni fino a che non sono sbarcato a Jersey e poi a Guernsey. Strade strette tra muri di erba, fiori ed alberi, limite massimo 40mph, guida “al contrario”, scogliere, spiagge, castelli, bunker della II guerra mondiale e ristorantini sul mare, ecco quello che mi ha aspettato su questi due isolotti della Manica più vicini alla Francia che alla Gran Bretagna. Ho anche fatto il bagno nell’oceano!

In tanti mi hanno chiesto “Come fai sempre a partire senza neanche un borsone? Cosa ti porti dietro per 16 giorni?“ La mia scelta è semplice, ma non così scontata. Una delle 2 borse del Road Glide è dedicata ad attrezzi, utensili vari (pompa elettrica per gonfiare le gomme, Kickstarter, ecc.), scotch americano, brugole, chiavi inglesi, guanti di ricambio ed indumenti invernali (che mi porto sempre dietro anche con 40 gradi) e l’altra con i vestiti per la sera: 2 paia di pantaloni, 4 magliette, intimo, una camicia/maglia ed un paio di scarpe. Troppo? Troppo poco? Non penso ci sia una formula perfetta per decidere cosa portarsi dietro, ma ci sono cose imprescindibili a cui in nessun caso posso e voglio rinunciare – piuttosto lascio a casa una maglietta piuttosto che un attrezzo. Filosofie. C’è chi non si porta nessun attrezzo perché “tanto trovo un concessionario o un meccanico vicino” e chi, come me, ha tutto il necessario per qualsiasi sfortunata evenienza.

Non nascondo che di autostrade ne ho prese parecchie, anche perché con quasi 700km al giorno in media non avrei potuto fare altro, ma tante sono state le strade locali come quelle in Olanda o sul delta dell’Ebro in Spagna. Quella che mi è piaciuta di più va da Carcassonne, in Francia, e sale sui Pirenei fino ad Andorra – circa 200km – che, con la mia solita fortuna con il meteo, mi sono fatto prima sotto l’acqua e poi in una tempesta di neve a -4° gradi per gli ultimi 30km. Pawel quel giorno è diventato l’eroe mio e dei miei followers visto che non si è tirato indietro e non ha mollato nonostante avesse un Road King del 2008 (senza ABS ed elettronica in generale), fosse completamente bagnato e quasi in ipotermia. Ricorderò sempre quel momento in cui mi sono fermato a Pas de la Casa (in cima al passo sui Pirenei tra Francia e Andorra), mi sono girato e gli ho chiesto “All ok?” [tutto bene?], lui dopo essersi tolto a fatica un guanto mi dice “Better we find a bike shop” [È meglio se troviamo un negozio di moto]: aveva le mani blu dal freddo, era completamente bagnato e tremava. Abbiamo poi scoperto che aveva (anche) un buco nella tuta della pioggia. Per fortuna Andorra ha dei bellissimi negozi di moto e con pochi Euro (è un paese “tax free”, passatemi il termine) è uscito dal negozio con guanti riscaldati e tuta della pioggia nuova.

Nel nostro immaginario le strade di Stelvio, Tonale, Giau, ecc. sono bellissime (ed è vero!), ma avere l’occasione di uscire dalle Alpi e scollinare sui Pirenei o, come ho fatto lo scorso anno, sui Carpazi è magnifico perché è diverso. Gli asfalti, i panorami, le piante a bordo strada ed i paesini che si incontrano sono un’altra cosa. Capiamoci, adoro le nostre strade e sono le più belle del mondo!

Altro obiettivo di questo giro era visitare diversi circuiti e finalmente vederli dal vivo, anche se immaginavo dalle tribune. Ad Estoril ed a Zandvoort è successo l’inimmaginabile, ma andiamo con ordine.

Arrivo al circuito di Estoril – tra Lisbona e Cascais – e sento che stanno girando delle moto. Trovo un Marshall davanti alle transenne e, con poche speranze, gli chiedo se posso andare in tribuna a vedere. Al suo secco rifiuto gli dico che sto girando l’Europa e sarei stato li sono quel giorno. A quel punto mi dice “Aspetta, ma io ti conosco. Tu sei quello di Bagger’s Life”. Tempo 10 minuti, forse anche meno, ero con lui in scooter nelle vie di fuga della pista a vedere le sessioni di prova della SuperBike.

Qualcosa di simile è successo anche in Olanda a Zardvoort. Arrivo al circuito in un giorno aperto alle auto da pista di privati. Pieno di gente e di auto di ogni casa e modello, mi sono fermato per fare foto di fianco a quelle più belle e, arrivato ad una Mini anni ’60 assettata da pista, parlo con il proprietario che mi suggerisce di provare ad entrare in pista tanto erano tutti in pausa pranzo. Sicuro di essere rimbalzato in tempo zero, vado il Marshall che mi dice semplicemente “Ok, ma togli le borse e metti lo scotch sul fanale”, io incredulo torno da quello della Mini, chiedo aiuto e dopo 5 minuti ho avuto la pista tutta per me, per una decina di giri tra i sali e scendi e tornanti stretti di fronte all’Oceano Atlantico.

Il punto più a Sud d’Europa?

Chi è pronto a venire con me l’anno prossimo? Seguitemi su Instagram su @baggerslife e scoprirete quale sarà la nuova destinazione del prossimo ride per l’Europa!

Alby
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